Il legamento crociato anteriore (LCA) è uno dei quattro principali legamenti del ginocchio (insieme al legamento crociato posteriore ed ai legamenti collaterali mediale e laterale).

Il LCA si trova al centro del ginocchio e collega il femore nella sua parte superiore alla tibia nella sua parte inferiore, fungendo da stabilizzatore del ginocchio. 

Impedisce infatti alla tibia di scivolare in avanti rispetto al femore (il cosiddetto “cassetto anteriore“) e controlla anche la rotazione della tibia rispetto al femore.

Come si lesiona il LCA e quali sono le differenti tipologie di rottura?

La lesione del legamento crociato anteriore (LCA) avviene più spesso durante un’attività sportiva con movimenti di torsione (calcio, sci, rugby…).

La lesione del LCA può anche verificarsi durante un’iperestensione o meno frequentemente un iperflessione del ginocchio. 

La lesione può essere: 

  • TOTALE, quando si ha una rottura completa in due monconi del legamento;
  • PARZIALE, quando il legamento danneggiato mantiene una sua continuità,
  • ISOLATA, il che significa che il LCA è l’unica struttura del ginocchio  danneggiata.
  • ASSOCIATA a lesioni ai menischi, alla cartilagine o ad altri legamenti (legamento crociato posteriore, legamento collaterale interno o esterno…).

 

Come si manifesta e come evolve una lesione di LCA? 

Quando il legamento crociato anteriore (LCA) si rompe, la tibia tenderà a muoversi in modo eccessivo rispetto al femore, specialmente durante l‘attività sportiva. Dopo una rottura del LCA, tutti i quadri clinici sono possibili: un ginocchio molto gonfio con forti dolori e disabilità funzionale o, al contrario, un ginocchio poco gonfio, flessibile e privo di dolore.

In ogni caso, la sensazione che si avvertirà in seguito all’infortunio sarà quella di un ginocchio instabile, ovvero che “cede” non dando più sicurezza nei movimenti.

L’instabilità, che si manisfesta con questi piccoli movimenti della tibia rispetto al femore, aumenta il rischio di danno ai menischi ed alla cartilagine, portando a un’usura generale del ginocchio nel lungo termine

Si è visto che dopo una rottura del LCA, tra il 60% ed il 90% dei casi si sviluppi fenomeni degenerativi artrosici al ginocchio entro 15 anni.

In rari casi (circa il 10%), il LCA può guarire, ma mai nella sua posizione anatomica originaria. Può “attaccarsi” al legamento crociato posteriore oppure al femore in una posizione più anteriore.

In questi casi, il ginocchio può recuperare una certa stabilità che consente al paziente con scarsa richiesta funzionale di evitare l‘intervento chirurgico, ma tali casi rimangono minoritari e vanno valutati attentamente per scongiurare l’insorgenza di un’artrosi precoce da microinstabilità residua

Come viene diagnosticata?

La diagnosi è innanzitutto clinica: attraverso una visita specialistica ortopedica si effettuerà un esame obiettivo del ginocchio: attraverso dei test specifici, verrà saggiata la stabilità del ginocchio nei vari piani dello spazio, verificando eventuali lesioni associate meniscali e legamentose

A confermare la diagnosi è necessaria una risonanza magnetica del ginocchio, che mostrerà, oltre alle strutture suddette, anche lo stato della cartilagine.

Come viene trattata? 

Provare a riparare il LCA rotto non dà risultati soddisfacenti, pertanto è necessario utilizzare un auto-trapianto per sostituire il LCA rotto.

Vengono utilizzati tradizionalmente due tipi di trapianto:

  • i tendini del muscolo gracile e del muscolo semitendinoso, che si trovano nella parte posteriore della coscia e si inseriscono sulla zampa d’oca, nella zona antero-mediale prossimale della tibia;
  • il tendine rotuleo nella parte anteriore del ginocchio.

Gli studi recentemente pubblicati nel 2016 sono chiari: non c’è superiorità di una tecnica rispetto all’altra ed entrambe le tecniche danno ottimi risultati

In ogni caso, una volta effettuato il prelievo dei tendini, è necessario creare due tunnel nell’osso – uno nel femore e uno nella tibia – per far passare il trapianto in modo da posizionarlo nella posizione più anatomica possibile rispetto al LCA rotto. Il trapianto verrà quindi fissato nell’osso o con viti riassorbibili o con bottoni metallici che vengono applicati sulla corticale dell’osso.